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Un energy manager, come suggerisce il termine, ha il compito di gestire ciò che riguarda l'energia all'interno di un'azienda o di un edificio, verificando i consumi, ottimizzandoli e promuovendo interventi mirati all'efficienza energetica e all'uso di fonti rinnovabili.

Questo si traduce in un ruolo differente a seconda delle caratteristiche dimensionali della struttura considerata: -nel caso di un'organizzazione complessa, l'energy manager sarà  un dirigente alla guida di un gruppo di persone di estrazione prevalentemente tecnica; -in presenza di dimensioni aziendali medie sarà  una figura con competenze energetiche di inquadramento possibilmente dirigenziale; per aziende ed enti di piccole dimensioni si tratterà  di un consulente esterno con competenze tecniche; Nel terzo caso la parte gestionale sarà  limitata, seppure presente ; la contabilità  energetica e la predisposizione di studi di fattibilità  sono in genere compiti del professionista, ma difficilmente un consulente potrà  interferire sulle procedure interne aziendali. Il primo caso è l'unico in cui non è teoricamente necessario che l'energy manager sia un tecnico, in quanto deve essere essenzialmente un manager di alto livello, supportato da bravi specialisti, in grado di influire efficacemente sulle politiche energetiche aziendali. Vista la natura da addetti ai lavori degli aspetti energetici, però, un profilo tecnico può essere preferibile anche in questa circostanza. L'energy manager, dunque, verifica i consumi, attraverso audit ad hoc o, se disponibili ( ed è un aspetto fondamentale per una gestione efficace dell'energia ) tramite i report prodotti da sistemi di telegestione, telecontrollo e automazione. Si preoccupa quindi di ottimizzare i consumi attraverso la corretta regolazione degli impianti e il loro utilizzo appropriato dal punto di vista energetico, di promuovere comportamenti da parte dei dipendenti e/o degli occupanti della struttura energeticamente consapevoli e di proporre investimenti migliorativi, possibilmente in grado di migliorare i processi produttivi o le performance dei servizi collegati. Un'altra funzione che spesso riguarda l'energy manager è quella degli acquisti di energia elettrica e altri vettori energetici. Chiaramente in questo caso si tratta di ridurre i costi di acquisto, eventualmente promuovendo la corretta gestione dei carichi elettrici in modo da evitare punte di potenza che comportino costi maggiori. Fra le opzioni meno diffuse, ma utili, vi è la possibilità  di collaborare con l'ufficio acquisti per promuovere procedure che promuovano i cosiddetti acquisti verdi (green procurement) e l'acquisto di macchinari caratterizzati da bassi consumi energetici e dunque bassi costi di gestione (life cyclecostanalysis LCCA). Fra le maggiori difficoltà  incontrate dall'energy manager nello svolgimento delle sue funzioni si possono citare:la necessità  di confrontarsi spesso con persone non tecniche “ sia sul fronte dei decisori aziendali, sia su quello dei colleghi preposti ad altre mansioni “, che richiede la capacità  di esporre in termini semplici i concetti tecnici; l'esigenza di dover dialogare con altre funzioni aziendali e di comprendere il punto di vista di profili differenti, in quanto l'energia è di per sè un tema orizzontale, che coinvolge chi acquista elettricità  e altri combustibili, ma anche macchinari e dispositivi, chi si occupa della manutenzione dei sistemi, chi progetta gli edifici e gli impianti, chi scrive le specifiche delle gare, gli uffici legali, e così via. Per risolvere in modo vincente il primo punto si richiede soprattutto qualità  personali, il secondo il coinvolgimento e l'impegno dei vertici aziendali, che devono creare le condizioni affinchè l'energy manager possa operare al meglio e trovi la necessaria collaborazione. Un modo per rispondere a questo è dotarsi di un sistema di gestione aziendale adeguato. Fatte le somme, l'energy manager ideale è una figura che deve avere solide basi di energetica, valutazione degli investimenti e legislazione e mercati, unite possibilmente a doti comunicative; un mix non banale e conseguibile solo nel tempo, attraverso l'esperienza e un aggiornamento continuo. Inutile osservare a questo punto come questa figura professionale oltre che ad assolvere ad una precisa prescrizione legislativa (art. 19 della legge 10/91 ) obbligatoria per certe organizzazioni diventa una funzione strategica per la competitività  di ogni altra azienda anche non rientrante nel regime di obbligatorietà  previsto dalla legge stessa.